La mia intervista ad Avvenire: «Sull’assegno unico la battaglia continua»

Giorno 1 Luglio ho rilasciato un’intervista ad Avvenire. Potete leggerla qui!

 

Per il Forum delle Associazioni familiari è stata la battaglia della vita. Ma Gigi De Palo, il presidente, non si ferma qui.

«Saremo contenti quando le famiglie italiane miglioreranno concretamente la loro vita. Questa è una prima tappa, un primo tempo».

È solo la misura ponte.

Si poteva dare una risposta maggiore al ceto medio, ma era importante partire. Ora non si può più tornare indietro. Non credo che a gennaio ci sarà qualcuno che vorrà peggiorare la vita delle famiglie italiane. Non in questo tempo in cui non nascono i bambini. Non ce lo possiamo più permettere.

Cosa cambia?

Negli ultimi 40 anni l’unica ‘vittoria’ delle famiglie era stato il miliardo messo per le detrazioni nel 2011. Oggi si passa da 14 miliardi di euro annui per le famiglie a 20 miliardi, un incremento del 42,86%. Senza contare che oltre 2 milioni di famiglie beneficeranno per la prima volta di un assegno per ogni figlio e che an- che i lavoratori dipendenti avranno un aumento rispetto agli assegni familiari. Insomma: in questa prima fase ci guadagnano quasi tutti.

Perché quasi?

La vera criticità di questa prima fase è che mentre in tutta Europa l’assegno è lineare, ovvero universale – viene dato cioè a chi ha figli indipendentemente dal contratto di lavoro e dal reddito – in Italia usiamo ancora una volta l’Isee che è tutt’altro che equo. L’assegno temporaneo ha una selettività troppo alta, cioè decresce troppo rapidamente in base al reddito, ed esclude ancora molte famiglie. Noi usiamo l’universalità solo quando si tratta del contributo per rottamare le auto, per il superbonus 110% o per i monopattini…

Le prossime tappe?

Dalla prossima settimana ricomincerò ad incontrare i vari leader politici per fare in modo che nella prossima legge di Bilancio si possano trovare le risorse necessarie per non fare una riforma dove nessuno ci perde, ma epocale, come l’ha definita il presidente Draghi agli Stati generali della Natalità. Perché una cosa ormai è chiara a tutti: l’assegno unico universale è una riforma che unisce e non divide.

Quanti soldi mancano per fare la riforma epocale?

Con 5/6 miliardi di euro aggiuntivi non solo non ci perde nessuno, ma ci guadagnano tutti. Siamo pieni di misure spot che non attecchiscono, come il contributo a fondo perduto per le partite Iva, il cashback che non ha avuto il successo immaginato o il bonus vacanze inutilizzato, anche perché se avevi 1 o 4 figli era lo stesso. Solo tra il contributo partite Iva e il cashback avanzano ora 7 miliardi. Mettiamoli sull’assegno: non credo che, oggi, ci sia qualcuno contrario in Italia.

E la riforma fiscale?

C’è un tema che vorrei non passasse sotto silenzio: si è esclusa l’idea del Quoziente familiare. Questo vuol dire che tutto il discorso dell’equità orizzontale dipenderà da come verrà erogato l’assegno. Non si tratta di un regalo alle famiglie, ma di giustizia. È chiaro che io vorrei tutto e subito. So bene, comunque, che questo è un primo passo importante. Con un assegno fatto bene a gennaio (aggiungendo ulteriori risorse), con una riforma fiscale a dimensione familiare (che tenga presente la composizione del nucleo sul modello del ‘Fattore famiglia’) e con risorse mirate del Pnrr si può iniziare a immaginare un Paese diverso. Intanto bisognava partire e si è partiti. C’è da stare sul pezzo e ci staremo.

[CREDITS: L’AVVENIRE]

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