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Gigi de Palo
 
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Mese: Marzo 2015

Tariffe nido, De Palo: “I passeggini vuoti sono riusciti nell’impresa”

18 Marzo 2015 19 Marzo 2015News

«Hanno vinto i passeggini vuoti, hanno vinto le famiglie di Roma». Queste le parole di Gigi De Palo, capogruppo della Lista Civica CittadiniXRoma e ideatore della manifestazione ‪#‎iostoconipaseggini‬ che lo…

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Scuole paritarie: vittoria sulla Tari, ripristinate le agevolazioni

17 Marzo 2015 18 Marzo 2015News

Lezione: con una strategia mirata, dialogando con chi non la pensa come te e confrontandosi senza isterismi o ideologie si possono vincere importanti battaglie che hanno ricadute enormi per le…

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Legge su fucilazione. E i principi non negoziabili?

11 Marzo 2015 11 Marzo 2015News

(clicca sulla foto per leggere l’articolo del Corriere.it) Utah, il Senato approva legge che ripristina la fucilazione… Allora, come la mettiamo? Ci sono o non ci sono principi non negoziabili?

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    LA NOIA L’estate, oltre al caldo, porta con sé LA NOIA

L’estate, oltre al caldo, porta con sé anche più di tempo. Almeno per i miei figli. Quella sensazione di essere finalmente liberi senza saper che fare. Abituati alla frenesia di giornate scandite da orari impossibili, tra scuola, palestra e uscite, tutti quei ragazzi che non possono frequentare i centri estivi (che Dio li benedica) o che sono troppo grandi per una proposta educativa di quel tipo, cosa fanno? Tante cose, ma non si annoiano più. Quanto mi annoiavo tre mesi in campagna con i miei nonni. Una noia sana, fruttuosa. Una noia piena di pensieri. Che faceva crescere, che spingeva a fare amicizie improbabili. La noia che aveva come colonna sonora i rami che ondeggiavano al vento. La noia che ti spingeva a costruire con il mio amico Maurizio un go-kart con il motore del decespugliatore. Non si stava meglio, quando si stava peggio, ma si stava bene. E tornavi dopo tre mesi di noia pieno di energia, con il paradossale desiderio di scuola. Forse la paura di vederli annoiati è più nostra che loro. E d’estate dovremmo lasciargliela assaporare di più.

Ecco il mio pezzo di oggi su Leggo… 1.000 battute spazi inclusi…
    LEADERSHIP E FUTURO Durante la pandemia abbiamo s LEADERSHIP E FUTURO

Durante la pandemia abbiamo scoperto, nostro malgrado, lo smart working. c'è voluta una pandemia per comprendere che forse era giunto il momento di cambiare qualcosa…

Nonostante i tanti corsi sulla leadership, nonostante la formazione dirigenziale, c'è voluta una pandemia per mettere in pratica quello che, forse, avremmo dovuto anticipare.

In questi ho letto alcuni articoli molto interessanti che mettono in luce come oltre la metà dei lavoratori italiani stia cercando un nuovo lavoro o inizierà a farlo a breve. Secondo il Randstad Workmonitor, infatti, il 29% dei lavoratori italiani oggi sta attivamente cercando un nuovo impiego (l’Italia è al terzo posto al mondo in questa classifica), percentuale che arriva al 38% nella fascia tra i 25-34 anni. 

E allora, anche a tal proposito, cosa stiamo aspettando? I dati ci sono, le tendenze sono chiare. Sappiamo dove stiamo andando. Per questo urgono leader che sappiano leggere i dati e trasformarli in visioni politiche, scelte dal sapore di futuro. Abbiamo bisogno di decisori che sappiano anticipare i tempi per evitare di arrivare sempre tardi, di leader che conoscano bene la differenza tra priorità ed emergenze…
    L’aula Paolo VI, realizzata da Pier Luigi Nervi, L’aula Paolo VI, realizzata da Pier Luigi Nervi, è davvero uno splendore.
E la “Resurrezione” di Pericle Fazzini è tanta roba.

«Il Cristo risorge da questo cratere apertosi dalla bomba nucleare: una atroce esplosione, un vortice di violenza e di energia.»

(Pericle Fazzini)
    TIENILO ACCESO “A me i social fanno schifo, io TIENILO ACCESO

“A me i social fanno schifo, io sono vecchio stampo, servono solo a litigare…”. Quante volte ho sentito simili affermazioni mentre, tra genitori, chiacchieriamo nell’attesa che i figli escano da scuola. Niente di più sbagliato. D’altronde i social network ci sono, hanno cambiato le nostre vite e non possiamo fare finta di niente. L’unica cosa che possiamo fare, da genitori, è provare educare i nostri figli ad un loro utilizzo sempre più consapevole. Per questo sono stato molto contento quando, ieri, tra le tracce degli esami di maturità, ce n’era una che prendeva spunto da un libro scritto da un carissimo amico Bruno Mastroianni insieme alla linguista Vera Gheno dal titolo “Tienilo acceso” e dal sottotitolo molto eloquente: “Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello”. E mentre leggevo la traccia nel dettaglio, mi rendevo conto che la stragrande maggioranza delle mamme e papà che conosco non la capirebbe nemmeno. Come educatori non possiamo permetterci questi passaggi a vuoto. Conviene davvero tenere accesi cervello e telefono e continuare a studiare.

Questo il mio articolo di oggi su Leggo
    28 EURO AL MESE 0,25 centesimi al giorno. Pensate 28 EURO AL MESE

0,25 centesimi al giorno. Pensate se ognuno di noi, per un anno, non appena sveglio, dovesse pagare una tassa di 0,25 centesimi. Un versamento per il quale non avere nulla in cambio. Nessun servizio, nessun miglioramento di welfare, nessun operatore che viene a lavare i piatti lasciati la sera prima, a far fare i compiti a tuo figlio al posto tuo. 

In questo periodo dì siccità, una piccola goccia di denaro quasi impercettibile, ma che col tempo diventa una diga. 

Primo giorno: 0,25 centesimi
Secondo giorno: 0,25 centesimi
Terzo giorno: 0,25 centesimi
Quarto giorno 0,25 centesimi

E così via per un anno. Tutti. Neonati compresi. Per una famiglia di quattro persone sarebbero 7€ a settimana; 28€ ogni mese. 

Il Comandante Generale della Guardia di Finanza ha denunciato che sui bonus stanziati dal Governo per far fronte all'emergenza economica dovuta alla pandemia sono state scoperte, in pochi mesi, truffe per 5,6 miliardi di Euro. 

Pensate: con queste cifre avremmo potuto raddoppiare i fondi destinati ad alleviare l’impatto del caro bollette (4,5 mld di €), o quelli individuati per contenere il prezzo dei carburanti (5 mld di €). 

Perché basta bonus? Perché vengono pensati con la fretta - cattiva consigliera - e realizzati peggio. Serve programmazione, nella riflessione delle misure economiche come nella loro realizzazione. Solo così non sperpereremmo denaro pubblico e ci aiuteremmo davvero. 

A me lo spreco del denaro pubblico manda ai matti. E a te?

E soprattutto, hai versato i 0,25 centesimi di oggi?
    LA MATERNITA’ E’ UN MASTER Sono rimasto parti LA MATERNITA’ E’ UN MASTER

Sono rimasto particolarmente colpito da una notizia che ho dovuto rileggere più volte perché pensavo fosse una fake news. In alcuni comuni del torinese per accedere al concorso per vigili urbani è stato chiesto alle donne un test di gravidanza negativo. Aldilà della spiegazione razionale di questa scelta (nelle prove c’è anche una prova atletica che consiste in mille metri di corsa), ritengo folle in un Paese come il nostro, a nascita zero, che un concorso pubblico possa avere queste discriminazioni. È una questione di mentalità. Se non cambiamo l’approccio non andiamo da nessuna parte. La maternità, tra l’altro, come dice Riccarda Zezza è meglio di un master: è un valore aggiunto e non un limite. Quale altra categoria, oltre alle mamme, può annoverare tra le soft skill: problem solving, capacità di lavorare in squadra anche oltre gli orari di lavoro, conoscenze infermieristiche e psicologiche, empatia, leadership, responsabilità… Abbiamo bisogno di mamme che non vengano discriminate per le loro scelte familiari.

Questo il mio pezzo su Leggo di questa settimana…
    FARE SQUADRA Spesso nelle aziende, ma anche nelle FARE SQUADRA

Spesso nelle aziende, ma anche nelle associazioni… ma anche in famiglia o a scuola, ci si domanda su cosa sia il lavoro di squadra.
E al di là delle solite banalità, dei soliti video emozionali con Al Pacino, non è facile spiegarlo perché non è facile mostrare l’amalgama che si crea in certe situazioni.

In questo video di addio al Real Madrid, Marcelo lo racconta molto bene: fare squadra è mettere il proprio interesse particolare in secondo piano rispetto al bene della squadra. È fidarsi di un allenatore che riesce a vedere l’insieme. È riconoscere che anche se non giochi puoi avere un ruolo importante per i tuoi compagni. Non è facile, ma è determinante.
Non a caso la coppa, alla fine, anche se il capitano era Benzema, l’ha fatta alzata lui.
Fare squadra è diventare leader piano piano anche se non lo sei. È accettare che la tua leadership possa essere diversa da quella che immaginavi e fare bene il tuo pezzetto perché nessuno potrà mai farlo come te e al posto tuo.
    LA LEADERSHIP GENTILE? Stanno uscendo sempre più LA LEADERSHIP GENTILE?

Stanno uscendo sempre più libri e articoli sul tema della leadership gentile. Mi colpisce come queste mode prendano sempre più piede…

La gentilezza è uno stile.

Ma prima dello stile viene l’opzione fondamentale. 
La domanda che da un senso a tutto.
La scelta di fondo che condiziona il resto: esercito la mia leadership per il mio bene o per un bene  più grande?

Prima dello stile viene l’opzione etica, quella che ha ricadute anche sul bene comune.

E allora domandati: voglio essere un leader che mette al centro l’altro sempre?
Voglio essere un leader che quando prende una decisione considera l’altro sempre un fine e mai un mezzo?

Bene se hai fatto questa scelta di fondo, la gentilezza verrà di conseguenza.
E non sarà mai la piacioneria costruita a tavolino di chi si sforza di praticare la gentilezza, ma uno spontaneo comportamento di chi - anche quando lavora - sta dando la vita per le persone intorno a lui.

La leadership che funziona è quella autentica, non quella costruita a tavolino attraverso i consigli da quattro soldi del leader furbacchione che prima ti fa aprire e poi, magari, ti licenzia o ti demansiona…

Per questo prima della gentilezza viene la dimensione etica.
La scelta di chi vuoi essere e perchè.
Abbiamo bisogno di leader che vogliano dare la vita per le persone intorno a loro e non di leader che seguendo una moda ti vogliono fare i grattini dietro le orecchie.
    PERSONE DI SERIE B Sono stato più volte in Afric PERSONE DI SERIE B

Sono stato più volte in Africa: Mozambico, Etiopia, Tanzania. Esperienze belle e complicate. Lacrime e sorrisi. Dolore e gioia. Ricchezza e fame. E un po’ di nostalgia mi è rimasta dentro. Per questo, quando ho visto le immagini dei banchi insanguinati nella chiesa cattolica di San Francesco Saverio di Owo (Nigeria), dove, per il solo fatto di aver partecipato ad una Messa, sono state uccise tante persone, mi sono tornate alla memoria scene ed immagini familiari. E mi colpisce che tutti i media, quando succedono simili tragedie in Africa si limitano a dare la notizia. Ancora non sappiamo precisamente quante siano le vittime. Alcune fonti parlano di 50, altre di 22, altre ancora di 80… come fossero numeri e non persone. Quante discriminazioni senza difensori social d’ufficio in questa storia. Non c’è niente da fare: se sei africano, cristiano e dalla pelle nera sei una persona di serie b. E mentre scrivo, nel silenzio più generale, butto lì due cifre: i cristiani perseguitati per la loro fede nel mondo sono 360 milioni e ne vengono uccisi 16 ogni giorno.
    NON RIDUCETECI A PROFESSIONISTI DELLO SPID Ormai NON RIDUCETECI A PROFESSIONISTI DELLO SPID

Ormai c’è un ristoro per tutto, un bonus per ogni cosa.
E all’orizzonte si profila il salario minimo universale… ce lo chiede l’Europa. Una sorta di assistenzialismo di Stato dove ad ogni problema arriva una risposta molto molto parziale.

Faccio sommessamente notare che, forse, prima di impelagarci in altre misure di questo tipo, sarebbe opportuno (come ripetiamo da circa due anni) fare bene l’assegno unico universale (che non è assistenziale, ma sussidiario).

È inutile mettere testa su altre riforme se prima non si completano quelle iniziate.
Ma come funziona: l’Europa del quoziente familiare, l’Europa dell’assegno universale, l’Europa che ha un commissario per la natalità, non ci chiede mai conto delle nostre politiche familiari?

Il futuro del Paese e del nostro vecchio continente non è nel cieco assistenzialismo, ma nella sussidiarietà partecipata, nella fiducia nelle imprese, nella valorizzazione del ruolo delle famiglie.
Tutti questi sussidi e bonus ci stanno trasformando in professionisti dello Spid e dei click day… possiamo fare e dare di più. 
Molto di più!
    CAMBIARE VITA Tre giorni fa ho incontrato una per CAMBIARE VITA

Tre giorni fa ho incontrato una persona (non dico se donna o uomo) distrutta perché di punto in bianco si è ritrovata sola con i figli... 
Sempre più spesso incontro gente che mi dice che dopo un corso sulla leadership o dopo aver letto uno di quei libri motivazionali che babbo tanto di moda, scritti dal guru o dal santone di turno, ha deciso di dare una sterzata alla sua vita lasciando marito o moglie, figli e lavoro per seguire una nuova strada.

Voler cambiare non è un desidero sbagliato, per carità! Provare a migliorare la propria vita idem…

Ma gli altri, i nostri affetti, le nostre relazioni non sono un peso o un impedimento. Un corso sulla leadership che dà come frutto il fregarsene delle persone intorno a noi, non è un buon corso. Vivere pienamente la nostra vita non è non avere alcun rispetto della vita degli altri.
Attenzione: la felicità non è necessariamente nel cambiare di punto in bianco la nostra vita, ma più spesso e nel viverla dandogli un sapore diverso.

Cambiare non è distruggere, ma dare un senso a quello che viviamo. 
Cambiare è finalmente vivere da leader la nostra leadership, quello che abbiamo: la nostra maternità, paternità, il nostro lavoro, le nostre relazioni.

Cambiare è vivere in pienezza la nostra quotidianità.

Cambiare non è ricominciare ogni volta da capo, ma riuscire a fare nuove le cose di prima!
    SORPRESA! C’è un tesoro nascosto in ogni cosa. SORPRESA!

C’è un tesoro nascosto in ogni cosa.
La nostra vita è cambiata (un’altra volta) il 10 marzo del 2018 quando è nato Giorgio Maria. E mentre gli amici non sapevano se farci o meno gli auguri alla luce del suo cromosoma in più, noi scoprivamo - già quello stesso giorno - il segreto nascosto dietro quegli occhi a mandorla…

C’è un segreto che non vediamo, un regalo invisibile dietro ogni situazione. Lo so, è difficile, ma basta solo scartarlo… o permettergli di farci una sorpresa!
    Senza di lei sarei ancora il rimorchione cattolico Senza di lei sarei ancora il rimorchione cattolico e perdigiorno che voleva dare un senso alla sua vita girando il mondo come una trottola.
Sarei ancora il fuggiasco che crede di essere un pellegrino.
Sarei ancora concentrato sul mio ombelico e sul battito del mio cuore.
Mi starei ancora misurando la febbre alternando l’ascella destra e l’ascella sinistra.
Senza di lei avrei vissuto una vita sicuramente più facile, ma meno bella.
Mi sarei evitato migliaia di lacrime.
Non sarei mai diventato padre.
Non avrei mai messo la mia mano sul suo pancione aspettando i nostri figli.
Senza di lei molto di quello che ho fatto e che faccio non avrebbe senso.

È la mia croce e la mia resurrezione.
E non mi basta questa vita per amarla.

Perché sto scrivendo queste cose mentre mi russa addosso e mentre dorme goffamente al mio fianco? Non lo so.
Ma non posso farne a meno.
Scoppiavo parole per lei.

@acgambini
    CHAMPIONS LEADERSHIP Il calcio regala sempre spun CHAMPIONS LEADERSHIP

Il calcio regala sempre spunti per parlare di leadership.
Oggi vorrei buttare lì tre situazioni differenti, molto recenti.

La prima: Mourinho.
Ebbene si, sono stato umiliato nelle mie certezze.
A novembre dopo il 6 a 1 contro il Bodo criticai duramente Mourinho. Non tanto per la sconfitta, ma per il fatto che massacrò pubblicamente mezza squadra.
Oggi, possiamo dirlo, si trattava di una strategia motivazionale che ha portato i suoi frutti alla luce della vittoria della Conferenze League, anche perché gran parte dei giocatori massacrati stravede per il portoghese…
Quindi è bene ammetterei propri errori:  Josè Mourinho 1 - Gigi De Palo 0.

La seconda: la leadership silenziosa e concreta di Carlo Ancelotti che dopo aver vinto la quarta Champions League da allenatore è stato definito il miglior allenatore della storia del calcio. Un leader al servizio della squadra capace di mettere al centro le relazioni e l’amicizia. Complimenti: non è facile arrivare a simili risultati creando allo stesso tempo un clima idilliaco.

La terza: Karim Benzema. L’attaccante francese del Real Madrid, pur avendo avuto un passato burrascoso (è stato condannato ad un anno di reclusione per aver ricattato un compagno di squadra) nonostante fosse il capitano, per la premiazione ha ceduto la fascia e la possibilità di alzare la coppa a Marcelo.
Quanti di noi rinuncerebbero ad essere al centro di una foto bellissima e gratificante, una foto che tutto il mondo vedrà , soprattutto dopo che la nostra immagine è stata sporcata da un triste episodio giudiziario?
Pochi. Karim Benzema l’ha fatto.
Mostrando che  gli errori, le cadute e le umiliazioni possono far crescere…
    NO FIGLI NO PARTY 25 settimane fa dedicai “occh NO FIGLI NO PARTY

25 settimane fa dedicai “occhi di padre” ad Elon Musk che contestava il pensiero ambientalista dominante dicendo che il vero problema nel mondo non era che nascevano troppi bambini, ma che ne nascevano troppo pochi. In queste ore l’imprenditore statunitense si è ripetuto su Twitter parlando proprio del nostro Paese: “Se l'andamento continua così, l'Italia non avrà più persone". A parte il fatto che già è partito un invito ufficiale per la terza edizione degli Stati Generali della Natalità per il prossimo anno, mi colpisce come un visionario, lucido e razionale come lui che sa anticipare gli scenari futuri insista così tanto sul tema demografico. La vera criticità, infatti, non è il sovrappopolamento (la stragrande maggioranza dei demografi concordano nel dire che negli anni a venire ci sarà un crollo delle nascite nel mondo), ma la gestione delle risorse. Il problema non è l’uomo. Il problema non sono i bambini che nascono, ma l’individualismo e il consumismo sfrenati instillati nella nostra quotidianità anche dalle grandi multinazionali.
    Daje! Daje!
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