MI VIENE DA PIANGERE, MA NON MI RASSEGNO

Dovrebbe essere la notizia del giorno, i quotidiani e i telegiornali dovrebbero aprire su questo e dare l’allarme. Il presidente Conte dovrebbe lasciare ogni impegno per concentrarsi sul tema senza altre distrazioni. Non si dovrebbe parlare di altro.
E invece non ci sarà nessuna prima pagina dedicata al crollo delle nascite.
Non ci saranno tavoli tecnici o commissari per la natalità.
Niente di niente.
Qualche tweet di circostanza, qualche grafico che conosciamo a memoria, il professor Blangiardo in tv e il solito interessantissimo editoriale di Alessandro Rosina.
Ci siamo abituati al fatto che l’Italia abbia il destino segnato.
Ci siamo assuefatti al crollo di tutto il sistema.
Le pensioni? Preferiamo non pensarci.
La sanità sarà a pagamento? No, dai, qualcosa accadrà nel frattempo. Il futuro è lontano. Ci penseranno quelli che verranno dopo di noi.
Io no!
Io non mi rassegno!
La politica deve tornare a fare la politica.
Ad anticipare i problemi, ad avere chiare le priorità, a seminare futuro per i nostri figli.
La nuova questione sociale di questo Paese è la natalità.
Perchè natalità e povertà non fanno solo rima.
Tra l’altro l’inverno demografico è un tema che metterebbe d’accordo tutti: maggioranza ed opposizione. Tutti dalla stessa parte.
Lo ripeto come uno scemo, come un disco rotto, come ius rompiscatole ormai, ma non posso non farlo: dentro il Recovery fund deve esserci un piano per il rilancio della natalità in Italia.
Una sorta di piano nel piano.
Non avremo altre occasioni.
Non possiamo aspettare passivamente che magicamente le cose cambino. Non cambieranno.
O meglio: cambieranno se le faremo cambiare. Per questo e per tanti altri motivi il 14 maggio 2021 faremo gli Stati Generali della Natalità.

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