Il “gioco” d’azzardo fa schifo…

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Il “gioco” d’azzardo, in Italia è un grande problema.
Perché ci mostra inequivocabilmente uno Stato alleato con le multinazionali del gioco e non complice delle famiglie.
Le entrate fiscali per il 2015, secondo i dati forniti dalla Camera dei deputati, sono risultate oltre 88 miliardi di euro. Di questi, lo Stato ha incassato 8,7 miliardi di euro.
Insomma abbiamo delle Istituzioni che hanno provato a normalizzare il fenomeno delle scommesse rendendolo legale e che, alla fine, ne sono diventate dipendenti.
Si, perché tutti quei miliardi in tempo di crisi servono e non si può più farne a meno. E poco importa se sono usciti dalle tasche del papà che ha distrutto la sua famiglia per tentare la fortuna con le slot o della mamma che ha scoperto il poker online… pecunia non olet.
E allora ci troviamo il paradosso di amministrazioni locali che tentano di arginare il gioco d’azzardo e uno Stato che, invece, (basta vedere i provvedimenti bloccati, ma proposti) lo facilita in tutto e per tutto.
Come sempre: un Paese reale e un Paese virtuale.
E allora ti domandi: ma con chi sta lo Stato?
Con le famiglie o con le multinazionali del gioco d’azzardo?
E ancora: ma è così difficile capire che distruggere le famiglie, quel tessuto connettivo e relazionale del Paese produce un costo sociale molto più elevato di quei quasi 9 miliardi di euro?
Senza dimenticare che tutti quei soldi, senza l’azzardo, le famiglie lo spenderebbero lo stesso, magari facendo ripartire l’economia.
È sempre la stessa storia: abbiamo trasformato la nostra pigrizia e la nostra incapacità di trovare soluzioni politiche in compromessi dal breve respiro e dai danni futuri incalcolabili.
Per questo il Forum delle famiglie, ve lo anticipo, si impegnerà sempre di più nella campagna #SlotMob (capito Alessandra Smerilli, Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Carlo Cefaloni e Gabriele Mandolesi?) e metterà tra le sue priorità la lotta all’azzardo.
Si, solo azzardo, perché non chiamatemelo gioco!

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